Gentile attonito pubblico, rompendo un decennale silenzio, il Ministero della Preoccupazione ha concesso, non senza la nostra malcelata soddisfazione, il proprio patrocinio al prossimo agghiacciante capitolo di questo estremo esperimento radioterapeutico. A nulla, infatti, sono valse le pur vibranti proteste dell’Associazione per La Lotta alla Banalità, il cui Comitato Centrale sta ora valutando l’apertura di una procedura di infrazione al fine di zittire definitivamente queste antenne. E le probabilità che gli implacabili censori della stupidità ottengano gli obiettivi sperati sembrano piuttosto alte, a giudicare dalle quantomeno discutibili condotte degli inquilini dell’Ultimo Piano, pericolosamente impegnati a sfidare l’incipiente mediocrità, magari anche solo per esorcizzare un inizio d’anno intensamente frequentato da ogni sorta di piaga biblica e da un vasto campionario di alluvioni, catastrofi, incidenti, bufere di neve, glaciazioni e pure qualche megascossona di terremoto. E così l’intrepido equipaggio di Ultimo Piano ha gettato alle ortiche la credibilità rimasta per abbandonarsi alle ammiccanti lusinghe dell’imperante armageddon culturale in cui il caro Paese sta lentamente sprofondando. Fedele popolo di Ultimo Piano, la nona ignobile puntata è, infatti, interamente dedicata all’Apocalisse, alla fine del mondo, al disastro, alla catastrofe, al gran botto finale e ad un ricco ed assortito contorno di idiozie, credenze, aruspici, indovini, furbacchioni e millantatori: l’ennesimo effimero viaggio nel lato oscuro della forza, al cospetto di disastri naturali e di tanti altri meno nobili cataclismi umani, conditi dai soliti ignobili e meschini moventi. Eccovi quindi il consueto catalogo di bislacche umanità in agitato e precario equilibrio sull’orlo dell’abisso; un goffo valzer tra il previsto e l’imprevedibile, tra una manciata di brillanti previsori del momento supremo e qualche utile consiglio per estinguere il pianeta, tra l’analitico mondo delle ri-assicurazioni e quello del complottismo rivelato, tra la leggera magia della tragedia umana e calcistica di un “Verona – Milan cinque a tre” di qualche era fa e i ben più dolorosi e tragici eventi provocati dall’incuria, dalla speculazione, dal pressapochismo e dall’avidità umana, a Stava come al Vajont. Una consueta baraonda del pensiero critico che, per l’occasione, offre un ideale rifugio alle suggestioni di Slavoji Zizek e di David Brooks, alle lucide visioni letterarie di Joseph Conrad e di James Berger, alle brillanti riflessioni di Junot Diaz e di Marco Belpoliti, alla sagace sapienza di Anthony Giddens e di Alessandro Baricco, alla straordinaria verve di Paolo Valenti e del grande Vittorio De Sica in un continuum radiofonico dalla solita improbabile ed incerta cifra. Sfamate quindi le simpatiche bestiole casalinghe, saccheggiate ogni genere di esercizio commerciale per stivare la dispensa, abbandonate ogni indugio alla severa compagnia del solito bieco e cieco destino e sprofondatevi infine nel divano buono col fido telecomando in mano giusto in tempo per assistere alla diretta del mega botto terminale ! Buon divertimento !
Pensierino del giorno:
L’Impero della musica è giunto fino a noi carico di menzogne
mandiamoli in pensione i direttori artistici, gli addetti alla cultura …
e non è colpa mia se esistono spettacoli con fumi e raggi laser
se le pedane sono piene di scemi che si muovono.
Up Patriots To Arms, Engagez-Vous !
Franco Battiato
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