Su, dai, confessatelo: non avreste mai scommesso nemmeno un quarto di dracma su questo sghembo sodalizio radio-cronachistico.
E invece, malgrado le buone intenzioni di starvene alla larga, il vostro spirito nichilista ha ancora avuto la meglio e siete così colpevolmente tornati qui, sul luogo dello scempio, a farvi irretire dalla consueta ignobile congerie di facezie malamente assortite.
Sarà per la calura estiva, sarà per il calo degli zuccheri, sarà quel che sarà, ma Ultimo Piano ha definitivamente deciso di sfidare tutti gli elementi cimentandosi per l’occasione con una specialità di cui i suoi ignobili autori hanno sempre drammaticamente difettato. Il fil rouge della terza calata nel logorio della vita moderna è infatti lo scatto: dalle cinefotografie di Gregory Crewdson ai poderosi colpi di reni di Fiorenzo Magni, dalle pose d’autore di Michelangelo Antonioni alla tragica epopea di Jim Clark, dalla “Freccia di Barletta” al Pirata, dalle ottiche di Avedon ai social takes di Richard Renaldi, dai guinness della velocità alla crudeltà del photofinish, da Bisteccone Galeazzi a Leonardo Sciascia scivolando ai margini di un corridoio temporale che intrecci idealmente i fumi jazz del downtown di Harlem con l’aria frizzante del Col du Galibier, i chiaroscuri del Maryon Park di Charlton con i cieli della Madison in una rutilante, sconcertante ed effimera giostra rigorosamente a due dimensioni.
Quindi, cari amici, ancora per una volta, assettatevi belli comodi: spolverate il pouf di mucchetta, staccatevi dal santino di Karl Lagerfeld, lasciate che questo insano nervosismo cosmico si impossessi del vostro sistema limbico e gettatevi definitivamente nelle braccia del destino !
E che Capitan Visiera sia con Voi !
Pensierino del giorno:
Applaudite per inerzia ma l’avanguardia è cosa seria !
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