Cari amici, l’equipaggio di Ultimo Piano è lieto di accogliervi nuovamente a bordo. Nonostante i temibili agguati del solito destino, cinico e baro, questo improvvido accrocchio umano è pronto ad accompagnare le vostre stanche vestigia in un singolare viaggio nel magico mondo della mobilità. Rispolverando, per l’occasione, un’intrepida e mai sopita anima nomade, l’infame sodalizio ai comandi di questo bislacco veicolo vi invita a guadagnare agilmente la soffitta di casa per recuperare velocemente valigie, borse, trolley, depliant, bussole, sestanti, rotte, carte d’imbarco, documenti, mappe o qualsivoglia altro orpello più o meno utile all’orientamento topo-geografico. Come nel più fantasmagorico dei cortocircuiti, Ultimo Piano è, infatti, pronto a guidarvi nel magico e incantato mondo dei viaggi: un universo fatato, regno incontrastato dei maghi del turismo estremo e dei profeti del divertimento coatto, un non luogo dominato dalle potenti lobby dei tour operator e degli armatori, un’inesorabile giostra di elementi e cose in perenne movimento, dalle navi da crociera alle superpetroliere, dai container alle auto usate, dai pensionati del brivido ai supermanager, dai perfidi animatori dei villaggi turistici alle allegre famigliole, impotenti vittime dell’isterismo feriale post-moderno. Insomma cari amici, in poche e assai povere parole, la solita improbabile “baracca”, il più classico e crudele girotondo creativo in bilico tra ragione e sentimento in buona compagnia di Jonathan Coe, Andrei Tarkovskji, Josè Saramago, Colson Whitehead, Fernando Pessoa, Gore Vidal ma anche di quei simpaticoni di Onda Verde, dell’impronunciabile vulcanone islandese e pure del supremo e triste mietitore.
Abbandonate, quindi, al loro destino le poche sinapsi sin qui incredibilmente sopravvissute e assaporate questa inedita dimensione verticale dal comodo sprofondo della vostra confortevole poltrona ergonomica. Nel rammentarvi ancora una volta che sui voli di Ultimo Piano non è ammesso il pur minimo entusiasmo né è tantomeno consentito usare il cervello, ovvero quello che ne rimane, l’equipaggio porge sin d’ora le sue più accorate, imbarazzate e sentite scuse per il consueto mortificante risultato finale. Buon viaggio !
Pensierino del giorno:
Posare i piedi sul medesimo suolo per tutta la vita può provocare un pericoloso equivoco, farci credere che quella terra ci appartenga, come se essa non fosse in prestito, come tutto è in prestito nella vita. (Antonio Tabucchi)
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